Le microplastiche rappresentano una delle minacce più subdole per gli oceani e le coste. Mentre sono minuscole, il loro impatto sull’ambiente marino è enorme — e non ci conviene ignorarlo. In questo articolo vediamo cosa sono, come finiscono in mare, i danni che causano e cosa possiamo fare per difendere il mare.
1. Cosa sono le microplastiche
Le microplastiche sono frammenti di plastica con dimensioni inferiori a 5 millimetri. Si dividono principalmente in due categorie:
Microplastiche primarie: prodotte direttamente come particelle microscopiche (es. microgranuli nei cosmetici, esfolianti, filtri industriali).
Microplastiche secondarie: derivano dalla degradazione di oggetti di plastica più grandi — bottiglie, reti da pesca, sacchetti — che si frammentano a causa del sole, del vento e dell’azione dell’acqua.
Queste particelle sono troppo piccole per essere raccolte con retini tradizionali, eppure sono abbastanza grandi per essere ingerite dagli organismi marini.
2. Come arrivano in mare
Le microplastiche raggiungono il mare attraverso vari percorsi:
Fognature e acque reflue domestiche / industriali: molte microplastiche entrano nei sistemi idrici e finiscono in mare.
Lavaggio di indumenti sintetici: durante il lavaggio, le fibre sintetiche si staccano e passano attraverso i filtri dei depuratori.
Degrado in situ: oggetti plastici abbandonati sulle spiagge o in acqua si degradiamo lentamente, generando microplastiche.
Attività costiere e nautica: uso di plastica nei porti, discariche costiere, residui di reti da pesca e altri detriti.
3. Impatti sull’ecosistema marino
Le microplastiche non sono semplici “sporco”, ma hanno conseguenze reali:
Ingestione e accumulo: pesci, molluschi, crostacei possono ingerirle pensando che siano plancton o particelle nutritive.
Trasporto di sostanze tossiche: le microplastiche possono assorbire sostanze chimiche (metalli pesanti, pesticidi) e trasferirle agli organismi.
Effetti sulla salute degli animali marini: irritazioni, blocchi digestivi, riduzione dell’assimilazione dei nutrienti, alterazioni ormonali in specie marine.
Passaggio nella catena alimentare: specie predatrici, compreso l'uomo, possono subire conseguenze attraverso il biomagnamento.
4. Impatti sull’uomo
Le microplastiche sono state trovate nel sale da cucina, in diversi tipi di frutti di mare, e persino in alcune acque potabili.
Sebbene gli studi siano in corso, si temono effetti su infiammazioni, stress ossidativo e possibili danni cellulari negli esseri umani.
Le microplastiche inalate o ingerite potrebbero avere impatti sulla salute a lungo termine, soprattutto in soggetti vulnerabili.
5. Soluzioni e buone pratiche
Cosa stanno facendo le istituzioni e la scienza
Divieti e regolamenti che vietano l’uso di microplastiche nei cosmetici.
Investimenti in tecnologie per filtrare microfibre nei depuratori.
Progetti di rimozione delle microplastiche dalle acque costiere e dai fiumi.
Monitoraggio continuo e ricerca globale per mappare le concentrazioni marine.
Cosa possiamo fare noi, ognuno
Evitare prodotti che contengono microplastiche (es. scrub con microsfere).
Usare filtri per lavatrici per catturare microfibre.
Ridurre l’uso di plastica monouso: borracce, sacchetti, cannucce.
Partecipare a iniziative di pulizia spiagge o coste.
Scegliere cosmetici e detergenti con ingredienti naturali.
Conclusione
Le microplastiche sono un problema reale e urgente per i mari di tutto il mondo. Piccole particelle, grande impatto.
Ma non tutto è perduto: con azioni consapevoli, politiche efficaci e ricerca continua possiamo rallentarne la diffusione e proteggere la salute del mare — e della vita che dipende da esso.
Microplastiche nel mare: quanto è grave il problema?