La Caretta caretta, conosciuta anche come tartaruga comune, è una delle sette specie di tartarughe marine esistenti al mondo e rappresenta un vero e proprio simbolo del Mediterraneo. Con il suo aspetto imponente, la capacità di percorrere migliaia di chilometri e il suo ruolo ecologico essenziale, questa specie suscita da sempre curiosità, fascino e preoccupazione, visto che oggi è classificata come specie a rischio.

Caratteristiche e morfologia

La Caretta caretta si distingue per il suo grande capo, da cui deriva il nome scientifico (“caretta” significa appunto “testone”). Il carapace ha un colore bruno-rossiccio e può raggiungere 1,20 metri di lunghezza, mentre il peso varia dai 100 ai 180 kg, con esemplari eccezionali che hanno superato i 200 kg.

Le pinne anteriori sono allungate e adatte al nuoto veloce, mentre quelle posteriori fungono da timone. A differenza delle tartarughe terrestri, non può ritrarre la testa nel guscio: un adattamento che privilegia l’agilità in acqua rispetto alla difesa statica.

Habitat e distribuzione

La Caretta caretta è una specie cosmopolita, diffusa in gran parte degli oceani temperati e subtropicali. Nel Mediterraneo trova un habitat ideale:

Nidifica principalmente in Grecia, Turchia, Cipro, Italia e Libia.

In Italia, le spiagge più importanti per la riproduzione sono in Calabria, Sicilia, Sardegna e Puglia.

Trascorre gran parte della vita in mare aperto, ma per riprodursi le femmine compiono vere e proprie “migrazioni del ritorno”, rientrando sulle spiagge dove sono nate decenni prima.

Ciclo vitale e riproduzione

La riproduzione è un processo affascinante:

Le femmine raggiungono la maturità sessuale intorno ai 20-30 anni.

Depongono in media 80-120 uova per nido, in buche scavate nella sabbia durante la notte.

Dopo circa 60 giorni di incubazione, i piccoli nascono e corrono verso il mare, guidati dalla luce della luna e dal riflesso delle onde.

Un aspetto cruciale è che la temperatura della sabbia determina il sesso dei piccoli: sopra i 29 °C nascono più femmine, sotto i 29 °C più maschi. Questo fenomeno, chiamato determinazione sessuale termica, rende la specie estremamente vulnerabile al cambiamento climatico.

Alimentazione

La dieta della Caretta caretta è varia:

Crostacei (granchi, gamberetti)

Molluschi (cozze, vongole)

Meduse e altri organismi gelatinosi

Pesci e occasionalmente alghe

Le sue mascelle potenti le consentono di rompere conchiglie e carapaci duri, contribuendo a controllare le popolazioni di questi invertebrati e mantenere l’equilibrio degli ecosistemi marini.

Minacce alla sopravvivenza

Purtroppo, la Caretta caretta è oggi una specie minacciata secondo la Lista Rossa IUCN. Le principali cause di mortalità sono:

Catture accidentali: le tartarughe finiscono intrappolate nelle reti da pesca o negli ami palangari.

Plastica e inquinamento: spesso scambiano sacchetti e rifiuti per meduse, con esiti letali.

Urbanizzazione costiera: luci artificiali e turisti disturbano la nidificazione.

Cambiamento climatico: temperature alterate compromettono la determinazione del sesso e l’idoneità delle spiagge.

Progetti di conservazione

In Italia e nel Mediterraneo sono attivi numerosi progetti di tutela:

Centri di recupero tartarughe marine: curano esemplari feriti da eliche o reti.

Campagne di sensibilizzazione: invitano i diportisti a non ancorare sulle praterie di Posidonia.

Monitoraggio dei nidi: volontari e biologi marini sorvegliano le spiagge durante la stagione riproduttiva.

Un esempio importante è la rete Tartalife, che promuove tecniche di pesca più sostenibili e riduce le catture accidentali.

Curiosità

Una Caretta caretta può vivere oltre 60 anni.

È capace di memorizzare i campi magnetici della Terra e usarli come una “bussola naturale”.

Ogni femmina può deporre fino a 400 uova a stagione, ma solo 1 su 1000 tartarughine raggiunge l’età adulta.

Conclusione

La Caretta caretta è una testimone della fragilità e della bellezza del Mediterraneo. Proteggerla significa garantire la sopravvivenza non solo di una specie, ma di un intero ecosistema.